La strategia del capro espiatorio colpisce ancora.
Apprendiamo con
preoccupazione le recenti dichiarazioni del consigliere delegato all'edilizia
del Comune di Reggio Calabria, Giovanni
Minniti, sul tema edilizia residenziale pubblica.
Dopo aver scoperto l'acqua
calda in merito alla situazione permanente d' illegalità nella gestione degli
alloggi popolari, il consigliere delegato infatti ha ben pensato di far
ricadere buona parte di questa grossa responsabilità su un gruppo di cittadini marchiato da un pregiudizio
evidente. Secondo Minniti "i nomadi" sarebbero responsabili ( anche
se non i soli) della compravendita di alloggi popolari.
Ma chi sarebbero
"i nomadi"? Escluso il noto gruppo musicale, non ci resta che
prendere atto di come il delegato identifichi un gruppo non ben
definito di cittadini reggini come
"nomadi", anche quando non lo sono mai stati.
É un'assurdità marchiare di un reato un intero gruppo di
persone quando, dopo un anno e mezzo, l' amministrazione comunale attuale
latita per ristabilire l'illegalità diffusa nella gestione del settore edilizia
pubblica, illegalità che denunciamo da anni.
Ci chiediamo ancora una volta
perché l'amministrazione non avvii le verifiche dei requisiti sugli alloggi
popolari, cosí come previsto dalla legge
regionale 32/96.
Sarebbe proprio la verifica dei requisiti sugli attuali
assegnatari a garantire trasparenza e
legalità, rendendo complicata la vendita, l'affitto o gli usi impropri degli
alloggi popolari assegnati. A trarne vantaggio sarebbero tutti i cittadini che
attendono da decenni un alloggio, pur
avendone diritto.
E si sa che il diritto non ha etnia.
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