pub-6178281982904860 Un mondo di mondi: giugno 2017

mercoledì 28 giugno 2017

Alloggi popolari, domani l'assemblea pubblica

Giovedì 29 giugno alle ore 18 
 libreria Universalia (via Treviso alta nr 41)


Alloggi popolari e diritto all’abitare. Questo il tema dell’assemblea pubblica che si terrà giovedì 29 giugno alle ore 18 presso la libreria Universalia (via Treviso alta nr 41)

Ad organizzare l’incontro, l’Osservatorio sul disagio abitativo (composto da: CSOA “A.Cartella”, CSC Nuvola Rossa, CO.S.MI, Società dei TERRITORIALISTI/E e Un Mondo Di Mondi), il Movimento REGGIO NON TACE e la Collettiva AutonoMIA, per fare il punto della situazione dopo oltre quattro mesi dall’approvazione della delibera del Consiglio comunale n.3 del 10 febbraio scorso. 

Al dibattito pubblico sono stati inviatati i rappresentanti istituzionali competenti sul tema per favorire un confronto utile a risolvere le questioni ancora aperte, a garanzia del diritto all’abitare per le famiglie a basso reddito. 

Sono infatti ancora centinaia le famiglie che vivono in situazioni di disagio abitativo, nonostante i passi in avanti compiuti negli ultimi mesi e le prime proposte di assegnazione di un alloggio ai vincitori del bando 2005, dopo anni di stasi. 

Il percorso per il ripristino delle condizioni di legalità nel settore è stato avviato, dopo una lunga e tortuosa battaglia portata avanti dalle associazioni e dalle singole persone che non si sono rassegnate all’inerzia istituzionale. Ma molte questioni rimangono ancora aperte

Il confronto pubblico è un mezzo efficace per rendere partecipe la cittadinanza nelle decisioni politico-amministrative, per migliorarle e far emergere perplessità e punti di forza delle scelte adottate dalle istituzioni per risolvere le criticità cittadine. 

Il dialogo aperto e trasparente è un mezzo efficace per creare percorsi condivisi di giustizia sociale. 

Osservatorio sul disagio Abitativo 
COSMI - Comitato Solidarietà Migranti 
CSC Nuvola Rossa 
CSO Angelina Cartella 
Società de Territorialisti/e
Un Mondo Di Mondi - Cristina Delfino, Giacomo Marino

Reggio Non Tace - Avvocato Nicola Santostefano

Collettiva AutonoMIA

lunedì 26 giugno 2017

Alloggi popolari, giovedì l'assemblea pubblica a Reggio Calabria


Giovedì 29 giugno 2017 dalle ore 18,00 
presso la libreria Universalia (via Treviso alta nr 41) 
Reggio Calabria


Dopo 139 giorni dall’approvazione della delibera in Consiglio comunale, giovedì 29 giugno 2017 dalle ore 18,00 presso la libreria Universalia in via Treviso alta nr 41 a Reggio Calabria, si terrà un’assemblea pubblica sul tema degli alloggi popolari. 

L’obiettivo è affrontare pubblicamente, nell’ottica della trasparenza e della condivisione, la questione degli alloggi popolari e del diritto fondamentale all’alloggio adeguato. 

L’applicazione della delibera di Consiglio comunale del 10 febbraio 2017, avendo come obiettivo la legalizzazione del settore degli alloggi popolari, è una questione complessa che riguarda diversi settori dell’Amministrazione comunale, il distretto Aterp di Reggio Calabria e la cittadinanza.


Per tali ragioni all’assemblea sono invitati, insieme all’assessora alle politiche abitative del Comune A. Marcianò, al dirigente di settore M. Romano ed al presidente del consiglio Comunale D. Delfino, anche il Sindaco, il consigliere delegato G. Minniti, l’Assessora alle politiche sociali Lucia Nucera, i consiglieri comunali e in particolare i presidenti ed i componenti delle commissioni comunali che hanno già trattato e tratteranno ancora il tema. 

Sono invitati inoltre i dirigenti del Distretto Aterp di Reggio Calabria, il Prefetto ed i cittadini. 

La discussione ed il confronto pubblico in assemblea faciliteranno l’applicazione del percorso avviato per la piena legalità secondo il disegno organico della legge vigente e dei principi costituzionali.

L’assemblea sarà occasione di confronto e di dialogo tra posizioni e punti di vista diversi, nel pieno rispetto di tutte le parti. L’approccio cooperativo, a cui l’assemblea pubblica si ispira, è lo strumento per costruire insieme un percorso di legalità partecipato, trasparente e sostenibile. 

Un tale percorso può consentire il superamento del “sistema illegale” esistente, partendo dalle cause principali per ristabilire efficienza e trasparenza nell’ottica di un’equa politica della casa. 

Pertanto si invitano istituzioni e cittadini a partecipare a questo momento pubblico della politica.


OSSERVATORIO SUL DISAGIO ABITATIVO 
CSOA Cartella
CSC Nuvola Rossa
CO.S.MI.
Società dei TERRITORIALISTI
Un Mondo Di MondiCristina Delfino, Giacomo Marino  

REGGIO NON TACE -Avv.to Nicola Santostefano


sabato 17 giugno 2017

Alloggi popolari, legalità è soprattutto rispetto dei principi costituzionali

Dopo le accuse dell'assessora Marcianò
le associazioni chiariscono

Confondere le acque e lanciare accuse per non dare risposte è una strategia diffusa tra politici e amministratori. Ma nel caso dell’assessora Angela Marcianò ciò non può che sorprendere.

Associazioni e assessora durante l'assemblea pubblica
dello scorso maggio (foto di M. Costantino)
Per mesi infatti le associazioni Un mondo di mondi e il movimento Reggio non tace hanno sostenuto le proposte dell’assessora per ripristinare la legalità nel settore degli alloggi popolari.

Ancora prima della sua nomina ad assessora alle politiche della casa, avvenuta nel dicembre scorso, le associazioni, in seguito coadiuvate dall’Osservatorio per il disagio abitativo, hanno intrapreso una lunga battaglia di sensibilizzazione contro i soprusi nella gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.

Nel 2014 venne anche presentata una dettagliata denuncia alla procura con allegato plico documentale. Numerose negli anni anche gli appelli sulla stampa e in occasioni pubbliche per sollecitare le istituzioni ad agire sulle verifiche degli assegnatari previste dalla legge n 32/96, prima causa di illegalità nel settore e di cui le occupazione abusive sono effetto diretto. 

Ben 75 alloggi popolari non abitati sono stati segnalati dall’associazione Un mondo di mondi, al fine di essere sottoposti a verifica e di cui non si hanno notizie.

Anche la delibera del Consiglio comunale n. 3 approvata lo scorso 10 febbraio è in parte frutto della collaborazione tra le associazioni e l’assessora Marcianò, di cui si è sempre riconosciuto il merito.

Pertanto sorprendono i toni di accusa dell’assessora, in seguito alla semplice e motivata richiesta di informazioni sugli sgomberi annunciati nelle settimane scorse.

Per chiarire, se fosse necessario: a destare preoccupazione non sono le azioni di contrasto agli abusi di utilizzo degli alloggi popolari (affitti, vendite e usi illegali), denunciati da anni dalle associazioni, ma piuttosto il rischio di violazione del diritto alla casa e alla dignità umana tutelati, si ribadisce, in primis dalla nostra Costituzione e dalle convenzioni internazionali. Rischio in cui si potrebbe incorrere qualora venissero sgomberate anche famiglie in condizioni di vulnerabilità (con figli minori, anziani, diversamente abili).

In queste settimane infatti sono pervenute segnalazioni di ordinanze di sgombero, in città ma anche in altri comuni, per famiglie prive di reddito e di una casa di proprietà, con figli minori a carico.

Le associazioni, sostituendosi agli uffici delle politiche sociali, hanno gratuitamente fornito alle famiglie in questione, ignare della procedura, le informazioni per la regolarizzazione prevista, si ricorda, dalla legge. A scanso di equivoci, precisiamo che la “smania di legalità” era strettamente riferita a questi contesti.

E’ necessario sfatare l’idea che l’occupante abusivo sia sempre e soltanto un delinquente brutto e cattivo intento a violare la legge. Spesso si tratta invece di famiglie prive di reddito che, in assenza di un’alternativa adeguata, sono state costrette, dall’inerzia istituzionale, ad occupare un alloggio senza un decreto di assegnazione, al fine di tutelare la propria famiglia (in merito si richiama la Corte di Cassazione, sez. II Penale, sentenza 17 – 24 ottobre 2014, n. 44363).

Pertanto è di queste situazioni che si chiede conto, per evitare che il riconoscimento di un diritto si trasformi in una guerra tra poveri

L’amministrazione comunale pensa forse di poter sgomberare decine o centinaia di famiglie e bambini per ospitarli a Palazzo San Giorgio?

E’ in merito a queste questioni che si chiedono delucidazioni e risposte.

Tutto il resto è solo incomprensione ma l’obiettivo è una genuina dialettica democratica.


OSSERVATORIO SUL DISAGIO ABITATIVO 
CSOA Cartella
CSC Nuvola Rossa
CO.S.MI.
Società dei TERRITORIALISTI
Un Mondo Di Mondi -Cristina Delfino, Giacomo Marino  

REGGIO NON TACE -Avv.to Nicola Santostefano


giovedì 15 giugno 2017

Alloggi popolari: punire i più poveri non è la soluzione

Il percorso di ripristino delle condizioni di legalità nel settore degli alloggi popolari rischia di trasformarsi in un drammatico paradosso

Rc: bambini sgomberati da un alloggio popolare
nel 2014, per 7 mesi dormirono in auto con i genitori
Da quanto è emerso fino ad oggi, l'amministrazione comunale ha preferito agire in via principale al recupero di alloggi da assegnare attraverso lo sgombero di famiglie occupanti senza decreto di assegnazione. 

Sono stati già annunciati 18 imminenti sgomberi dei quali nulla è emerso circa le condizioni economico-sociali delle persone che dovranno abbandonare con la forza gli alloggi occupati, né tanto meno si ha notizia delle misure che verranno adottate per le famiglie "abusive" in condizioni di particolare vulnerabilità, secondo quanto previsto dalla delibera di Consiglio comunale n. 3 del 10 febbraio scorso

In tutta questa smania di legalità proclamata, con protocolli e tavoli su ordine e sgomberi, sembra infatti si voglia volutamente ignorare che spesso, anche se non sempre, l'occupazione abusiva degli alloggi popolari è stata dettata proprio dalla negazione del diritto alla casa e dalla parziale applicazione della legge regionale 32/96, in particolare dalla persistente assenza di verifiche dei requisiti sugli assegnatari. È da ribadire ancora una volta che un assegnatario di un alloggio popolare infatti non è per sempre ma soltanto fintantoché persistono le condizioni di necessità dettate dalla legge regionale. 

Ed ecco dunque il paradosso: l'amministrazione comunale sembra voglia colpire in via prioritaria chi ha occupato un alloggio per un effettivo ed urgente bisogno abitativo al quale lo stesso Comune non ha dato alcuna risposta e non chi invece mantiene un'assegnazione pur avendone perduti i requisiti di necessità, violando di fatto la principale finalità della normativa sugli alloggi popolari, volta alla tutela del diritto alla casa per le fasce sociali a basso reddito, tutela prevista dalla nostra Costituzione e dalle Convenzioni internazionali che, secondo il nostro ordinamento, sono al di sopra di qualsiasi altra norma interna di grado inferiore. 

La parola "sgomberi" del resto non può che evocare alla memoria le azioni di forza perpetrate nel non lontano ottobre 2014, quando alcune famiglie prive di reddito e di una casa, furono sgomberate da alcuni alloggi popolari non abitati dagli assegnatari e lasciate letteralmente per strada. 

Per una famiglia in particolare, con quattro figli minori e in possesso di un decreto di assegnazione provvisoria, le forze dell'ordine effettuarono comunque lo sgombero, lasciando la famiglia a dormire in macchina per mesi, azione per la quale è oggi in corso una richiesta di risarcimento danni nei confronti del Comune. 

In quella situazione l'unica alternativa data alle famiglie con un effettivo bisogno abitativo, fu la proposta di separare la famiglia con il trasferimento dei minori e delle madri in una comunità di accoglienza a Cosenza, senza alcun minimo criterio di umanità ma anche economico, considerati gli elevati costi delle strutture di accoglienza che avrebbero gravato sull'intera collettività. 

C'è da domandarsi quindi se la volontà dell'amministrazione comunale sia quella di punire in via prioritaria le classi sociali più vulnerabili e non invece chi lucra sul bisogno altrui, preservando coloro che mantengono un'assegnazione di un alloggio pur non avendo la necessità di abitarlo e che pertanto lo adibiscono ad altri usi. 

Il rischio non è aleatorio senza un censimento preventivo del bisogno abitativo e un razionale programma di azione basato sulla reale mappatura della situazione complessiva.

Preoccupati per questi eventuali rischi, l'Osservatorio per il disagio abitativo (costituito dal Comitato Solidarietà Migranti, Centro sociale Cartella, Centro sociale Nuvola rossa, associazione Un Mondo Di Mondi e società dei Territorialisti) ed il Movimento Reggio non Tace, chiedono al sindaco Falcomatá, all'assessora alle politiche della casa Angela Marcianó e all'assessora alle politiche sociali Lucia Nucera, informazioni pubbliche sullo stato di vulnerabilità delle famiglie che hanno già ricevuto un ordine di sgombero e le eventuali azioni di tutela del diritto all'abitare che saranno adottate. 

Le famiglie che dovessero trovarsi nelle condizioni di sgombero imminente e che hanno i requisiti per avere l’assegnazione di un alloggio potranno rivolgersi all'Osservatorio per essere sostenuti in un percorso di tutela del diritto all'abitare. 

A tal fine sarà organizzata a breve un'assemblea pubblica per affrontare il tema del diritto all'abitare e degli sgomberi annunciati.

Non è mostrando i muscoli con le classi sociali più vulnerabili che si potrà risolvere l'annosa questione dell'inefficiente e illegale gestione degli alloggi popolari!

OSSERVATORIO SUL DISAGIO ABITATIVO 
(CO.S.MI.
CSOA Cartella
CSC Nuvola Rossa
Società dei TERRITORIALISTI
Cristina Delfino, Giacomo Marino – Un Mondo Di Mondi)
REGGIO NON TACE - Avv.to Nicola Santostefano 

venerdì 9 giugno 2017

Appello per Simona

La ragazzina di 11 anni, residente ad Arghillà (Rc), dovrà affrontare una visita specialistica al Bambino Gesù di Roma ma la famiglia non riesce a sostenere le spese del viaggio

Simona (nome di fantasia) è una bambina di 11 anni con problemi di salute non del tutto diagnosticati. Per questo martedì 14 giugno dovrà essere visitata presso l’ospedale Bambino Gesù di Roma. La famiglia di Simona non ha la possibilità di affrontare le spese del viaggio; abita in un alloggio popolare ad Arghillá nord con 5 figli minori e si trova in una grave situazione economica.

Pertanto l'associazione Un mondo di mondi lancia un appello alla città per la raccolta della somma necessaria per le spese di viaggio, affinché la piccola Simona e la madre possano raggiungere l’ospedale di Roma.


Anche la parrocchia di Arghillà e la Caritas diocesana si sono attivati per aiutare la famiglia. Ma, considerate le tantissime richieste di aiuto alle quali questi due enti devono far fronte quotidianamente, si è reso necessario ricorrere anche ad un appello pubblico. 

I genitori di Simona sono disoccupati ormai da anni. Con piccole attività saltuarie e l’aiuto di parenti riescono a stento a garantire ai 5 figli l’indispensabile per il sostentamento.

Da tempo la piccola Simona si sarebbe dovuta sottoporre ad una visita specialistica al Bambino Gesù, ma le difficoltà economiche della sua famiglia lo hanno impedito. Con il passare del tempo, le sue condizioni di salute sono peggiorate e per questo è necessario che il 14 giugno Simona sia a Roma per la visita prevista. 


Ancora una volta si assiste al dramma di una famiglia numerosa, senza reddito fisso, in condizioni di gravissima difficoltà, tali da impedire perfino adeguate cure mediche per i propri figli. 


Negli ultimi mesi si è tanto parlato di Arghillà e della necessità di “sicurezza” di quel quartiere. Crediamo che una delle forme di sicurezza da dover garantire prioritariamente è senza dubbio la salute dei bambini come Simona.

Per informazioni e donazioni contattare il sig. Giacomo Marino al n. 3299036972

sabato 3 giugno 2017

Alloggi popolari: l'ombra di una "guerra tra poveri" pesa sugli sgomberi annunciati


Mercoledì scorso il confronto pubblico tra associazioni, cittadini e rappresentanti istituzionali sulla questione alloggi popolari. 
Positivi passi in avanti ma anche forte preoccupazione per la sorte delle famiglie che hanno già ricevuto un ordine di sgombero 

Foto di M. Costantino 
Buone notizie ma anche molte perplessità dopo il confronto pubblico di mercoledì scorso sulla questione alloggi popolari tra l’assessora alle politiche della casa Angela Marcianò, il dirigente al patrimonio edilizio Marcello Romano, il presidente del Consiglio comunale Demetrio Delfino e le associazioni Un mondo di mondi, Reggio non tace, Ancadic, Osservatorio sul disagio abitativo e cittadini.

Senza dubbio positiva la disponibilità dei rappresentanti istituzionali ad accogliere l’invito, lanciato dalle associazioni, a dare risposte alla città sull'applicazione della delibera di Consiglio Comunale n.3 del 10 febbraio 2017 in tema di edilizia residenziale pubblica.

Qualcosa si è smosso e a breve si conoscerà nel dettaglio il regolamento per le assegnazioni in deroga previste dall’art.31 della legge regionale 32/96 relativo ai casi di emergenza abitativa, già elaborato e in attesa di essere discusso in Giunta.

Prosegue anche il lavoro presso l’assessorato degli informatici della Re.ca.si che, da quanto riferito dall'Assessora, entro la prima decade di luglio dovrebbero ultimare il lavoro di verifica dei requisiti degli attuali assegnatari di alloggi comunali.

Destano preoccupazione invece le notizie trapelate circa la programmazione dei primi sgomberi forzati dagli alloggi popolari di 18 occupanti senza titolo. Un’azione che ha l’aspetto di una vera e propria «guerra fra poveri», come l’ha definita lo stesso dirigente al patrimonio edilizio. 

Le gravi condizioni di indigenza, l’indisponibilità di una casa e la negazione dell’assegnazione di un alloggio da parte del Comune sono i motivi per cui molte famiglie hanno occupato gli alloggi senza titolo o hanno costruito una baracca su suolo demaniale violando la legge al solo scopo di proteggere i propri cari. Per questi casi la giurisprudenza spesso si è espressa giustificando queste azioni come atti necessari di difesa dal pericolo derivante dall’impossibilità di accedere ad una abitazione. 

Foto di M. Costantino 
Sorge spontaneo domandarsi come l’intera Amministrazione comunale intenda muoversi nei confronti di queste famiglie, soprattutto in caso di presenza di minori, diversamente abili, anziani. È questo un effetto collaterale di una parte della delibera sulla quale l’associazione Un mondo di mondi aveva più volte espresso le proprie perplessità in merito, volte alla tutela della dignità umana secondo quanto sancito dall’articolo 2 della nostra Costituzione. 

Perplessità accentuata dalla dubbia applicazione dei punti 10, 11 e 12 della delibera di CC, che prevedono misure per tutelare il diritto all’abitare anche per le famiglie a basso reddito che hanno ricevuto o riceveranno l’ordine di sgombero. Se queste azioni non saranno attivate, il risultato sarà ancora una volta punitivo per le famiglie più povere, alle quali il settore di edilizia residenziale pubblica dovrebbe rivolgersi.

Da verificare con i settori competenti anche la possibilità di destinare beni confiscati ad alloggi popolari, aspetto della delibera rimasto ancora lettera morta.

È da auspicare che nell’applicazione della delibera prevalga il buon senso, puntando a punire chi lucra approfittandosi del bisogno altrui e non invece coloro che già subiscono una condizione di precarietà esistenziale.

Sarebbe necessario che l’Assessorato continui le verifiche con gli informatici della Re.ca.si non solo sugli alloggi comunali ma anche sugli alloggi Aterp come previsto dalla legge regionale nr 32/1996 all’articolo 12. Fino ad oggi infatti è emerso che le verifiche siano state condotte solo sul patrimonio del Comune, secondo un'interpretazione parziale della legge.

Non procedere anche sugli alloggi Aterp costituisce un forte ostacolo per il percorso di legalizzazione che punta a ripristinare il turn-over previsto dalla normativa vigente. Il patrimonio Aterp costituisce ben il 48% dell’intero patrimonio erp della città (3800 alloggi su complessivi 7800).

Ben vengano dunque le verifiche sugli assegnatari e il censimento delle situazioni alloggiative: ma che non sia una guerra tra disperati.


Cristina Delfino- Giacomo Marino - Direttivo Un Mondo Di Mondi

Avv.to Nicola Santostefano per il Movimento Reggio Non Tace

Osservatorio sul Disagio Abitativo

Avv.to Francesco Nucara – presidente Associazione ANCADIC




Comunicato stampa del 31 maggio 2017

Nessun alloggio popolare assegnato. È questo il bilancio a centodieci giorni dall'approvazione in Consiglio comunale della delibera (nr 3 del 10 febbraio 2017) sul ripristino delle condizioni di legalità degli alloggi Erp.

Nonostante le aspettative e qualche passo in avanti, il settore degli alloggi popolari resta ancora bloccato. Non si placa invece il disagio abitativo che continua ad affliggere le famiglie reggine. 

Nei prossimi giorni altri nuclei familiari si ritroveranno senza una casa e, se non ci saranno novità, dovranno vivere con i propri figli per strada o nell’abitacolo di un’autovettura.

Una realtà inaccettabile, ancor di più in una città come Reggio dove i vani realizzati superano gli abitanti di oltre 40 mila unità e ben 3 mila edifici risultano completamente inutilizzati (dati Osservatorio sul disagio abitativo – Prof. A. Ziparo).

A queste famiglie saranno date risposte concrete o dovranno ancora attendere? E quanto durerà ancora la negazione del loro diritto fondamentale alla casa?

Centodieci giorni sono un'eternità per chi è senza una casa o rischia di perderla.

Centodieci giorni sono un tempo sufficiente per raggiungere qualche risultato, per dare delle risposte alle famiglie che si trovano in situazioni di estremo disagio abitativo. 

Dopo quasi quattro mesi, invece, siamo qui a chiederci quale sia l'esito delle verifiche che l’assessorato alle politiche della casa doveva condurre con tre informatici della società Recasi. Quali risultati sono stati raggiunti fino ad oggi? 

Certo è che il tempo scorre, ed è un tempo preziosissimo per chi è senza alloggio, come è facile intuire a chiunque. A partire dal 28 febbraio scorso, l’associazione Un Mondo di Mondi, per collaborare nelle azioni di verifica, ha trasmesso via pec all’assessora A. Marcianò ed al dirigente M. Romano l’elenco di 75 alloggi popolari che risultano non abitati. Fino ad oggiperò non si è avuto alcun riscontro in merito.

Secondo il testo della delibera, la Consigliera delegata ai beni confiscati, l’Assessora alle politiche della casa ed il Dirigente del servizio Erp avrebbero dovuto verificare quante abitazioni confiscate potessero essere destinate ad alloggi popolari. Perché neppure questa importantissima verifica è stata effettuata? 

Perché invece si preferisce assegnare gli alloggi confiscati alle associazioni o impegnarli per progetti di housing sociale, quando centinaia di famiglie da gennaio 2012 hanno vinto un bando comunale e attendono l’assegnazione di alloggi popolari? 

Anche l'atteso regolamento dell’articolo 31 della l.r. 32/1996, previsto dalla delibera per consentire le assegnazioni in deroga in modo trasparente, non è stato ancora presentato in Consiglio comunale.

La delibera prevedeva anche che il Sindaco provvedesse a proporre al Consiglio Regionale l’abrogazione del comma 7 bis dell’articolo 59/ter della legge regionale nr 32/1996 che sottrae le risorse delle alienazioni al settore della politica degli alloggi popolari. Non risulta, ad oggi, che il Primo cittadino lo abbia fatto.

Ci chiediamo inoltre: quando si provvederà ad invitare la Giunta regionale ad approvare il piano di interventi previsto dall’articolo 3 bis della legge regionale nr 8 del 1995?

Per ora l'unica azione portata a termine è quella dell’inserimento nel bilancio di previsione della somma necessaria per le manutenzioni degli alloggi popolari derivante dalle entrate dei canoni degli stessi alloggi. Nel bilancio di previsione triennale (2017-2019) è stata prevista la somma complessiva di 2,8 milioni di euro per tre anni e 1,3 milioni per l’anno in corso.

Auspichiamo che l’Assessorato alle politiche della casa renda pubblici i tempi per l’utilizzo delle somme, i criteri ed il piano che saranno applicati per la ristrutturazione degli alloggi comunali.

Nelle prossime settimane alcune famiglie si troveranno senza un tetto, crediamo quindi sia doveroso che l’Amministrazione Comunale si faccia carico del disagio di queste persone, trovando delle soluzioni abitative. Per queste situazioni di emergenza si potrebbe considerare la possibilità di assegnare alloggi che necessitano di essere ristrutturati, ma che garantiscono una sufficiente abitabilità, come pure l’affitto di alloggi privati, utilizzando il finanziamento di 1,3 milioni di euro destinato al settore erp. 

Ex Polveriera di Ciccarello (Rc), foto di M. Costantino 
Rimane aperta anche la questione ex Polveriera. Si è appreso in questi giorni dell'avvio di un intervento di bonifica, ma nulla trapela sulla sorte delle famiglie che dal 1960 sono ghettizzate nella baraccopoli.

Non è trascurabile inoltre la necessità di assegnare alle famiglie che hanno diritto degli alloggi in condizioni di inclusione sociale, a garanzia del diritto fondamentale ad un alloggio adeguato. Ulteriori assegnazioni nei ghetti di case popolari rappresenterebbero un grave errore dalle conseguenze prevedibili.

Dopo centodieci giorni di aspettative, fiducia e speranza, urgono risposte.

Cristina Delfino- Giacomo Marino - Direttivo Un Mondo Di Mondi

Avv.to Nicola Santostefano per il Movimento Reggio Non Tace

Osservatorio sul Disagio Abitativo

Avv.to Francesco Nucara – presidente Associazione ANCADIC