Ancora nessuna soluzione per la famiglia dell'ex Polveriera di Ciccarello
Comunicato stampa
Foto di Paula Kajzar |
«Ritenuto
che le circostanze sopra indicate risultano comuni ad una pluralità
estremamente vasta di nuclei familiari che (…) hanno avanzato istanza di
assegnazione di un alloggio E.R.P., e che le medesime circostanze non valgono a
far riconoscere come assoluta la situazione di emergenza abitativa del nucleo
interessato (…), – si legge nel provvedimento
a firma del sindaco - dispone che
l’stanza non può essere accolta».
Non
è servito, nelle due lettere recapitate dall’associazione Un mondo di mondi
nelle settimane scorse, appellarsi all’articolo 54 comma 4 del Testo Unico degli Enti Locali
(Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267) che recita: “Il sindaco, quale ufficiale del
Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali
dell'ordinamento, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire e
di eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica”.
Per il sindaco Falcomatà dunque,
il crollo di una parete e il possibile cedimento del tetto, come relazionato
dai vigili del fuoco, non sono indizio
di rischio per l’integrità fisica delle persone che sono costrette ad abitare
in una baracca fatiscente per mancanza di alternative.
Né tantomeno assume rilevanza il fatto che all’interno del nucleo
familiare vi sia anche una minorenne, a cui sarà difficile spiegare
l’interpretazione del concetto di legalità del Primo cittadino.
La risposta del sindaco risulta comunque coerente con l’atteggiamento
finora assunto dal Comune nel corso dei due mesi dopo il crollo parziale della
baracca. La famiglia infatti è stata abbandonata al suo destino, in assenza di
un intervento della polizia municipale e
dei servizi sociali.
A richiamare l’attenzione verso le condizioni della famiglia, il
garante per l’infanzia e l’adolescenza della Calabria Antonio Marziale il quale
raccomanda «che venga garantita
l’assoluta priorità alla sicurezza dei minori, in quanto titolari di diritti
umani che dovrebbero essere sempre adeguatamente protetti» e invita il sindaco
«ad adottare per quanto di propria competenza ogni atto necessario finalizzato
ad evitare qualsiasi pericolo per l'incolumità pubblica ed, in particolare, per
l'incolumità del nucleo familiare all'interno del quale è presente una minore
provvedendo ad accertare la situazione di pericolo paventata e ponendo in
essere gli interventi che risultino necessari e sufficienti al raggiungimento
dello scopo».
Perché salvaguardare vite umane dovrebbe essere sempre prioritario
rispetto alla solidarietà a tragedia avvenuta. Superfluo ricordarlo ad un Primo
cittadino.
Cristina Delfino- Direttivo Un mondo di mondi