pub-6178281982904860 Un mondo di mondi: agosto 2015

sabato 29 agosto 2015

Appello urgente per Virna*

La ragazzina di Melito, affetta da cirrosi epatica e disturbi cardiaci, dovrà recarsi all'ospedale pediatrico "Bambino Gesù" di Roma. 
La sua famiglia vive con meno di quattrocento euro al mese

La piccola Virna deve andare a Roma per curare il suo cuore, ma la sua famiglia non ha i soldi per le spese di viaggio.
Virna ha 12 anni abita a Melito e negli ultimi giorni, dopo aver lottato dalla nascita contro una grave patologia epatica, è stata colpita da un serio problema cardiaco.

I sanitari del reparto di Pediatria degli OORR di Regggio Calabria, che in questi giorni l’hanno curata , hanno consigliato una visita cardiologica presso un centro di 3 livello, che dovrebbe essere l’ospedale “Bambino Gesu” di Roma . E’ in questo centro pediatrico che Virna viene seguita dal 2004 per la patologia epatica. 

Seguendo le indicazioni dei sanitari l’ associazione ha provveduto a fissare per Virna  una visita cardiologica presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma (Palidoro) per martedì 1 settembre 2015 alle ore 12,30. 

Purtroppo la famiglia composta da 4 componenti non è in grado di affrontare le spese di viaggio per raggiungere Roma, vive con un reddito mensile di 380 euro .

Pertanto questa associazione lancia un appello per raccogliere la somma necessaria per le spese di viaggio che dovrà affrontare la famiglia .

Chi volesse rispondere a questo appello per aiutare la piccola Virna può contattare il signor Marino Giacomo- presidente dell’associazione “Opera Nomadi Reggio Calabria” al numero 3299036972 o scrivendo una mail all’indirizzo operanomadirc@gmail.com.
Reggio Calabria, 28 agosto 2015
Marino A.Giacomo

*Nome di fantasia a tutela della privacy

martedì 18 agosto 2015

Dignità e miseria all'ex Polveriera di Ciccarello, la storia di Andrea

I suoi modi gentili, la risata spontanea e la voce pacata stridono con  la cruda  miseria che lo circonda da ventun anni.  Andrea (nome di fantasia, a tutela della privacy) vive all’ex Polveriera di Ciccarello, in una baracca di mattoni e cemento con tetto in lamiera. 

Divide pochi metri di spazio con sua madre e due dei suoi tre fratelli. Da quando suo padre li ha abbandonati per rifarsi un’altra vita, è la mamma a provvedere al sostentamento di tutta la famiglia.

Vista dall'alto del ghetto
all'ex Polveriera di Ciccarello (Reggio Calabria)
Con le sue mani esili e il suo aspetto fragile, la signora Berlingeri ha lavorato come collaboratrice domestica, arrangiandosi negli anni con lavori saltuari, fino allo sfinimento. Ai sacrifici di sua madre e alla sua eroica  forza di volontà, Andrea deve tutto. 
«Sono riuscito a diplomarmi lo scorso anno come dirigente di comunità, presso l’Istituto tecnico Guerrisi – racconta con semplicità, senza un cenno  di orgoglio – A me è sempre piaciuto studiare, l’ho sempre visto come un mezzo di riscatto e un modo per migliorarmi».

Andrea è l’unico ragazzo, tra le 23 famiglie che vivono nelle baracche dell’ex Polveriera di Ciccarello,  riuscito ad ottenere un diploma di scuola superiore. Una conquista strappata con le unghie, tra mille difficoltà. Tra il troppo caldo o il troppo freddo, a seconda delle stagioni, Andrea studiava tra le mura caotiche di una baracca che a fatica riesce a chiamare casa. «Non ho mai invitato un compagno a fare i compiti da me, piuttosto andavo io a casa dei miei compagni – spiega – come avrei potuto ospitarli?».

I ricordi dei primi anni di scuola sono tutt’altro che felici. «Per due anni  alle elementari mi è stato assegnato il sostegno – ricorda Andrea – A molti bambini di etnia rom come me veniva diagnosticato un ritardo mentale lieve e all’inizio delle lezioni venivamo allontanati, facevamo scuola in altre aule».  Un ricordo che risale ai primi anni del 2000 ma che evoca le classi speciali abolite in Italia già negli anni 80.

Struttura pericolante nei pressi delle baracche
all'ex Polveriera di Ciccarello 
Oggi la madre di Andrea è vincitrice del bando 2005 per l’assegnazione di un alloggio popolare ma il sogno di una casa vivibile sembra restare lontano.
Vivere all’ex Polveriera di Ciccarello è un marchio sulla pelle.

«Essere di etnia rom può voler dire anche questo, una giustificazione alla negazione di un diritto, non riuscire ad avere i vantaggi di un lavoro – spiega con rammarico -  ho continuato la scuola anche per questo, per dimostrare che siamo persone come tutte le altre». 

Nonostante tutto Andrea vorrebbe  iscriversi all’Università. Un percorso di routine per tanti ragazzi. Un gesto da eroe per lui che deve lottare anche per sentirsi  considerato come tutti gli altri.


martedì 4 agosto 2015

Quale soluzione per il piccolo Armando?

Il bambino di Melito Porto Salvo (Rc), affetto da sindrome autistica, attende ancora un casa sicura


Non è bastato l’intervento della prefettura di Reggio Calabria, né il servizio sulla Rai del marzo scorso per giungere ad un epilogo positivo per il piccolo Armando, il bambino di 8 anni, residente a Melito Porto Salvo  (Rc) e affetto da sindrome autistica. 


Nei mesi scorsi la sua famiglia denunciò alla stampa le gravi difficoltà economiche ed abitative in cui versa, nel completo abbandono istituzionale.

Tre anni fa il comune di Melito assegnò alla famiglia di Armando un alloggio in località Lacco. Purtroppo dopo qualche mese la  vegetazione circostante causò al piccolo reazioni allergiche che costrinsero la famiglia a ritornare momentaneamente nel campo di via del Fortino, dove ancora risiedono alcuni familiari.

Dopo una lunga opera di sensibilizzazione, di accertamenti dell’asl e incontri,  i Commissari alla guida del comune di  Melito fino allo scorso giugno, si convinsero della necessità di trovare un alloggio alternativo che rispondesse alle necessità di Armando e alla raccomandazioni dei medici. 

Si arrivò a comprendere la necessità di reperire una casa priva di vegetazione circostante e il più possibile vicina ai servizi quali scuole e ospedale.  L’associazione Opera Nomadi Reggio Calabria segnalò vari alloggi di proprietà del Comune disabitati da tempo e rispondenti alle necessità del piccolo Armando.

Si arrivò a pensare ad una soluzione temporanea di sostegno che prevedeva l’affitto di un’abitazione,  in attesa della ristrutturazione di alcuni alloggi idonei di proprietà del Comune.
Fumi pericolosi nei pressi del campo di via del Fortino 
Ma con l’elezione del nuovo sindaco Giuseppe Meduri, per la famiglia di Armando si è avviata una nuova fase di stallo.

«È una situazione insopportabile – racconta Antonella, la madre di Armando – mio figlio ha bisogno di uscire all’aperto, di giocare per non chiudersi ancora di più in se stesso ma né al campo né nell'alloggio di Lacco è possibile».

Nei mesi estivi la situazione al campo di Via del Fortino è peggiorata a causa dei roghi di pneumatici e rifiuti che giacciono nelle adiacenze.

«Quei fumi sono nocivi per tutti figuriamoci per Armando – continua preoccupata Antonella - abbiamo chiesto alle forze dell’ordine che installino delle telecamere per arrivare ai colpevoli dei roghi, in molti pensano che siamo tutti noi i colpevoli».

Armando e i suoi genitori sono stati quindi costretti a tornare nell'alloggio di Lacco, dove Armando rischia forme acute di crisi allergiche.
«Non abbiamo alternative, non sappiamo dove poter andare,  dice quasi rassegnata Antonella - so che il bambino ha bisogno di stimoli esterni ma non so come fare». Nonostante le difficoltà economiche, Armando continua a frequentare un centro per bambini autistici a Reggio.

«Il bambino ha iniziato a pronunciare delle sillabe, comincia a giocare con la palla- racconta Antonella con gli occhi che le brillano di gioia e stanchezza-  è migliorato, ci dicono che ha bisogno di uscire all’aperto, facciamo il possibile ma come?».


Una risposta e una soluzione è ciò che cercano Armando e la sua famiglia.
Attendono un cenno per capire se, dopo gli anni di commissariamento del Comune per infiltrazioni mafiose, qualcosa si smuove.