pub-6178281982904860 Un mondo di mondi: aprile 2018

venerdì 27 aprile 2018

Ex polveriera di Ciccarello, avviato il dialogo con le famiglie


L’associazione Un mondo di mondi giudica positivamente le modalità di mediazione messe in atto dalle forze di polizia in queste ore all’ex Polveriera di Ciccarello.

Ancora una volta, grazie al buon senso dei coordinatori delle forze dell’ordine, si è evitata la coercizione per il trasferimento delle famiglie.
 

Oggi, nonostante le premesse poco rassicurati che sembravano non far intravedere alcuna possibilità di mediazione e di interlocuzione con il Comune, si è invece avviato un processo di dialogo tra istituzioni e famiglie, come auspicato nei giorni scorsi dalle associazioni impegnate nella promozione dei diritti sociali per le famiglie in disagio abitativo ed economico.

Le preoccupazioni espresse da un Un mondi di mondi, prima dell’avvio delle operazioni all’ex Polveriera di Ciccarello, in virtù della decisione del Comune di non avviare precedentemente un dialogo con le famiglie ma di dispiegare le forze di polizia, non sono quindi, come erroneamente interpretato, legate agli eventi di stamattina. Oggi ha prevalso il dialogo e la mediazione, la strada che, auspichiamo, si continuerà a seguire.

Giacomo Marino, Cristina Delfino - direttivo Un mondo di mondi

giovedì 26 aprile 2018

Ex Polveriera di Ciccarello, la scelta violenta del Comune

Foto di Paula Kajzar

Ancora una volta la mediazione sociale cede il passo all' uso della forza. 

Questa la scelta del Comune per le famiglie dell'ex Polveriera, oggetto di un'ordinanza sindacale per lo sgombero e il trasferimento in alloggi confiscati per un periodo di sei mesi. 

L’operazione è paradossale e grave: si allontanano le famiglie da un pericolo e dal ghetto per inserirle in un’altra situazione di pericolo, non meno grave, offrendo un alloggio solo per 6 mesi. 

Si continua a maltrattare queste persone e a non garantire loro il diritto all’alloggio. 

Oggi le forze dell'ordine saranno all'ex Polveriera per lo sgombero forzato delle famiglie che nei giorni scorsi avevano motivato il rifiuto della sistemazione per ragioni di sicurezza e di incertezza sul loro futuro, a conclusione del periodo previsto per la sistemazione alloggiativa. 

Nell'ordinanza di sgombero erano state riscontrate anche altre anomalie, relative alla composizione dei nuclei familiari e all'esclusione di alcune famiglie residenti nell'area a rischio individuata dall'ordinanza. 

Nei giorni scorsi sono state inoltre segnalate delle difficoltà ambientali negli alloggi confiscati alla ndrangheta, previsti nei decreti di assegnazione temporanea. 

In queste condizioni di insicurezza non si può certo ottenere l’inclusione abitativa da sempre richiesta da queste famiglie. 

Questa, che non può in alcun modo essere considerata un’azione di antimafia, sembra piuttosto un’operazione di “marketing” elettorale sulla pelle della povera gente

La scelta dell’amministrazione Falcomatà non può che richiamare alla memoria lo sgombero dell'ex Caserma Cantaffio (208), voluta dall'ex sindaco Giuseppe Scopelliti nel 2007, alla vigilia della campagna elettorale. Anche allora si scelse di delegare una questione sociale alle forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa e si evitò il peggio solo grazie alla mediazione dei volontari e al buon senso dimostrato dai coordinatori degli agenti di polizia. 

Sarà ancora una volta questa l'immagine dello Stato che si vorrà mostrare alle famiglie, alle bambine e ai bambini dell'ex Polveriera, nati e cresciuti in baracche fatiscenti? 
La risposta sarà data in queste ore.

Un mondo di mondi - Giacomo Marino, Cristina Delfino

mercoledì 18 aprile 2018

Ex Polveriera di Ciccarello, il diritto alla casa non è a tempo

Per le famiglie dell’ex Polveriera lasciare le baracche in cui vivono da sempre sarebbe la realizzazione di un sogno
foto di Paula Kajzar
Ma le 7 famiglie interessate dall’ordinanza sindacale di sgombero, per il pericolo di crollo di un edifizio denunciato nel 2003 (verbale dei vigili del fuoco), hanno rifiutato la proposta di “sistemazione” abitativa del Comune perché essa non garantisce il diritto fondamentale alla casa, attuando nei loro confronti un trattamento differenziale.

Queste famiglie, da decenni in emarginazione abitativa, hanno piena consapevolezza di cosa sia il diritto alla casa, per questo chiedono che venga loro garantito.

Occorre fare chiarezza. Il 17 aprile scorso, il Comune ha proposto alle famiglie un’assegnazione temporanea e “speciale” per soli 6 mesi. Assegnazione che non rientra nella normativa sugli alloggi popolari e quindi nella disposizione delle assegnazioni in deroga. Questa assegnazione, proprio per la sua specificità, non prevede alcuna possibilità di proroga dopo i 6 mesi. 
Che ne sarà delle famiglie dopo quel periodo di tempo?

Il giorno successivo al rifiuto delle famiglie, il Comune ha inserito nei decreti di assegnazione la citazione della normativa di settore e quindi l’assegnazione ai sensi dell’articolo 31 legge regionale nr 32/1996, mantenendo però la durata di 6 mesi.

Per limitare le assegnazioni, il Comune ha accorpato i nuclei familiari mentre la normativa di settore prevede che le assegnazioni vengano fatte per singolo nucleo, per evitare situazioni di sovraffollamento. 
Per cinque famiglie è stata prevista l’assegnazione di soli due alloggi.

Inoltre due famiglie, le cui baracche ricadono nell’area oggetto di sgombero sono state totalmente escluse dal provvedimento probabilmente per un errore materiale.

Ma la situazione più grave è quella relativa alla condizione di sicurezza delle famiglie. 

Gli alloggi che sono stati proposti sono alloggi confiscati alla ‘ndrangheta. Nulla da eccepire se il Comune avesse ben valutato la situazione attuale di quei specifici alloggi, a garanzia degli assegnatari, attraverso l’assenza di problemi di sicurezza dovuti all'origine di quegli alloggi. Purtroppo, risulta, che questa verifica fondamentale non è stata fatta.

Foto di Paula Kajzar
Il diritto fondamentale alla casa è un diritto indivisibile per cui per essere tale deve avere tutte le caratteristiche fondamentali: la sicurezza, la garanzia del titolo, la durata dell’assegnazione per l’intero periodo dello stato di effettivo bisogno, la collocazione in situazione di inclusione sociale. Nel caso queste caratteristiche non sussistano, il diritto all'abitare non è garantito.

Quindi, non si dica che le famiglie dell'ex Polveriera rifiutano di lasciare le baracche fatiscenti ma si prenda atto delle modalità amministrative nella gestione delle problematiche sociali. 

Si auspica che le Istituzioni vengano incontro alla legittima richiesta di garantire il diritto all'abitare nella sua totalità e non al solo scopo di liberare l'area dell'ex Polveriera.


Antonino Giacomo Marino, Cristina Delfino - Direttivo Associazione “Un Mondo di Mondi”

domenica 15 aprile 2018

Appello per il piccolo Giuseppe

Giuseppe (nome di fantasia) è un bambino di sette anni affetto da importanti problemi di salute.


Giorno 2 maggio dovrà essere ricoverato presso l’ IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone, provincia di Pisa, dove dovrà fare degli esami specialistici.

La famiglia di Giuseppe non ha la possibilità economica di affrontare le spese di viaggio e quelle di soggiorno.

La famiglia ha un reddito molto basso, determinato dalle poche ore di lavoro effettuate dai genitori durante il mese, appena sufficiente per far fronte al canone mensile di affitto, alle bollette e all’acquisto del cibo.

La Caritas diocesana, dovendo rispondere a moltissime richieste di aiuto, non ha potuto aiutare questa famiglia per il ricovero di maggio.

Pertanto l'associazione Un Mondo di Mondi lancia un appello alla città per la raccolta della somma necessaria affinché il piccolo Giuseppe ed i genitori possano raggiungere l’ospedale di Calambrone consentendogli di continuare il suo percorso di cura.

Ancora una volta si assiste al dramma di una famiglia in condizioni di grave difficoltà economiche che impediscono le adeguate cure mediche per il proprio bambino.

Per questi casi di migrazione sanitaria, causata dalle evidenti carenze della sanità locale, le istituzioni pubbliche non garantiscano il diritto alla salute, neanche per i minori.

Chi volesse fare una donazione a favore di questa famiglia, può contattare il signor Marino al numero 3299036972 o via mail: unmondodimondirc@gmail.com.

Il presidente
Sig. Antonino Giacomo Marino

martedì 10 aprile 2018

Ex Polveriera di Ciccarello, ben venga la dislocazione abitativa ma da rivedere modalità e criteri

Reggio Calabria. Arriva quasi a sorpresa l’ordinanza del sindaco Falcomatà per lo sgombero urgente di alcune famiglie dell’ex Polveriera di Ciccarello. 
Dovrebbe essere un’ottima notizia per le persone che finalmente potranno lasciare la baraccopoli fatiscente esistente da circa 60 anni, dopo mesi di silenzio agli appelli lanciati dalle associazioni riunite nell’Osservatorio sul disagio abitativo (COSMI, CSOA A. Cartella, CSC Nuvola Rossa, ASIA-USB Reggio Calabria, Società dei Territorialisti e Un Mondo Di Mondi),dal movimento Reggio non tace e dalla Collettiva AutonoMia, per il coinvolgimento delle famiglie dell’ex Polveriera nel percorso di dislocazione abitativa. 
Ma l’ordinanza sindacale n. 27 del 6 aprile 2018 non può che lasciare perplessi per svariate ragioni.

In primo luogo, le famiglie individuate dall’ordinanza di sgombero, motivato dalle condizioni di grave pericolo per l’incolumità delle persone, sarebbero soltanto 7. Due famiglie a rischio per l’eventuale crollo dell’edificio della vecchia struttura militare sono state inspiegabilmente escluse e in due casi famiglie che per necessità coabitano nella stessa baracca sono stati considerati come un solo nucleo. 

L’ordinanza mette in evidenza i limiti del censimento che il Comune ha realizzato nelle settimane passate, rifiutando l’aiuto offerto dall’associazione Un Mondo Di Mondi i cui attivisti da anni conoscono le famiglie dell’insediamento e sono in possesso di dati quantitativi e qualitativi.

Inoltre l’ordinanza prevede per le famiglie individuate per lo “sgombero” e prive di mezzi ed alternative alloggiative, la sistemazione abitativa in alloggi del Comune per un periodo di 6 mesi. Cosa ne sarà delle famiglie allo scadere di questo periodo di tempo? Non si comprende questa scelta che deroga alla legge regionale 32/1996 sugli alloggi erp, e allo stesso regolamento comunale relativo all'art. 31 della legge regionale. Difatti secondo l’articolo 31 della suddetta legge regionale ed il relativo regolamento, nei casi di emergenza abitativa, quali quelli di grave pericolo per l’incolumità delle persone e per i casi di alloggi impropri, è prevista l’assegnazione di alloggi, in deroga ai bandi ordinari, per una durata fino a 2 anni. Da considerare inoltre che una delle famiglie, individuate dall’ordinanza, è vincitrice del bando 2005 e nel 2015 ha ricevuto un decreto di assegnazione.

Per la famiglia esclusa dall’assegnazione di un alloggio, in quanto residente in altro comune, non viene prevista alcuna azione per tutelare i due minori, neppure il semplice contatto tra i comuni e tra i servizi sociali.

Per di più l’ordinanza, facendo riferimento all’etnia delle famiglie e pubblicandone all’albo pretorio i dati anagrafici, costituisce una violazione della privacy in riferimento ai dati sensibili delle persone coinvolte. Tutela che invece il Comune ha sostenuto in questi mesi di voler garantire agli assegnatari di alloggi popolari non in regola, decidendo di non rendere pubblici i dati delle verifiche, nonostante la delibera del Consiglio comunale n.3 del febbraio 2017 preveda la pubblicazione di una banca dati on line degli alloggi erp.

Ancora una volta, il problema di esclusione sociale di famiglie reggine sembra venga affrontato nell’ottica dell’ordine pubblico e dell’emergenza, prevedendo unicamente l’intervento delle forze dell’ordine e non quelle di mediazione e di intervento sociale per coinvolgere le famiglie in modo tale da garantire una maggiore efficacia alla dislocazione abitativa.

Ben venga quindi la decisione di assegnare alle famiglie dell’ex Polveriera degli alloggi adeguati ma i metodi prendano in considerazione i dati effettivi e la storia di esclusione vissuta sulla pelle di persone che auspicano da sempre di poter vivere in condizioni migliori.

Osservatorio sul disagio Abitativo 
ASIA-USB Reggio Calabria
Comitato Solidarietà Migranti
CSC Nuvola Rossa
CSOA Angelina Cartella
Società dei Territorialisti/e Onlus
Un Mondo Di Mondi Cristina Delfino - Giacomo Marino

Reggio Non Tace - Avvocato Nicola Santostefano

Collettiva AutonoMia



Residente dell'ex Polveriera di Ciccarello: «Felici per la decisione del sindaco ma la composizione dei nuclei familiari va rispettata e le assegnazioni degli alloggi non dovranno avere scadenza finché sussisterà il bisogno»

sabato 7 aprile 2018

L'ultimo saluto al signor Giovanni, faceva nascere piante e fiori all'ex Polveriera di Ciccarello

Era riuscito a realizzare un piccolo giardino di fiori e piante vicino alla baracca in cui viveva. 

Ieri ha lasciato per sempre l'ex Polveriera di Ciccarello, il male che lo affliggeva da mesi se lo è portato via.

Ciao signor Giovanni.

Associazione "Un mondo di mondi"