L'appello al prefetto Claudio Sammartino per trovare una soluzione al disagio abitativo della famiglia residente a Melito Porto Salvo (Rc).
giovedì 12 marzo 2015
Una casa sicura per il piccolo Armando, la sua storia su Rai 1
La storia di Armando, bambino autistico di 7 anni, nel servizio in onda su Rai 1, nella puntata di "Storie vere" del 10/03/2015.
venerdì 6 marzo 2015
Caos nella gestione degli alloggi popolari: un ricorso al TAR per chiedere legalità
Di seguito il comunicato diffuso dalle associazioni Ancadic, Reggio non Tace e Opera nomadi Reggio Calabria
Una gestione
dell’edilizia popolare in violazione della legge e a danno dei cittadini. E’ quanto denunciano in un ricorso al Tar di
Reggio Calabria, l’Avv. Francesco Nucara, in rappresentanza dell’associazione
Ancadic, e l’avv. Nicola Santostefano del movimento Reggio non tace, con il
sostegno dell’associazione Opera Nomadi Reggio Calabria.
Il ricorso fa seguito alla
mancata risposta dell’amministrazione comunale di Reggio Calabria ad un diffida
presentata nel dicembre del 2013 ai sensi dell’art. 3 d.lgs 198/2009.
Anche allora l’Ancadic,
l’Opera nomadi, Reggio non tace e singoli cittadini, organizzata una class
action, chiesero conto all’amministrazione comunale dell’assenza di controlli e
verifiche sui requisiti delle assegnazioni degli alloggi popolari, come
previsto dalla legge regionale 32/96 .
Di fatto una grave
inefficienza amministrativa che causa tutt’oggi la fittizia indisponibilità di
alloggi da assegnare alle famiglie con un reale bisogno abitativo.
L’assenza di verifiche
sulle assegnazione infatti determina tutt’oggi una situazione di «ingiustizia sociale – si legge nella
premessa del ricorso al Tar - attuata
da una politica comunale della casa che, pur gestendo un grande
patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica nel quale ci sono
tantissimi alloggi non più abitati dagli assegnatari, non applica la normativa
vigente per far rientrare tali alloggi nella disponibilità comunale per
assegnarli alle tante famiglie che ne hanno fatto richiesta, perché versano in
stato di grave bisogno e sono privi di un alloggio idoneo».
Una situazione già
rilevata anche nella relazione della Commissione di accesso al Comune di Reggio
Calabria che ha condotto nel 2012 allo scioglimento del Consiglio Comunale.
«Tale situazione di palese ed ingiustificato inattivismo – scrissero
gli ispettori ministeriali - ha
evidentemente determinato situazioni di palese irregolarità nelle quali,
verosimilmente, alcuni inquilini hanno continuato a mantenere la disponibilità
dell’alloggio popolare pur non avendone i requisiti ed a discapito di altri
soggetti in stato di concreta ed attuale necessità».
Prova
dell’assoluta inefficienza e illegalità nella gestione dell’edilizia popolare,
anche la risposta dell’amministrazione comunale ad una richiesta di accesso
agli atti. Emerge infatti, oltre all’assenza delle verifiche, anche l’errata
conoscenza dell’effettive assegnazioni in via d’urgenza previste dalla legge
regionale. Secondo l’amministrazione sarebbero ben 770 gli alloggi assegnati in
via d’urgenza.
Ma la realtà è
un’altra. Alcuni assegnatari risultano infatti deceduti,
altri hanno ottenuto alloggi in via ordinaria perché in graduatoria; a questi
si aggiungono gli assegnatari che inspiegabilmente sono beneficiari di
molteplici provvedimenti di assegnazione.
Una
totale confusione illecita che si consuma ai danni di famiglie
con gravi situazioni di disagio abitativo.
A tale imperdonabile assenza
istituzionale si chiede con fermezza di porre rimedio.
Presidente A.N.C.A.D.I.C.
F.to Avv.to
Francesco Nucara
|
Per il
Movimento Reggio Non Tace
F.to Avv.to
Nicola Santostefano
Per
l’Opera Nomadi Reggio Calabria
F.to D.ssa Cristina Delfino
F.to Antonino Giacomo Marino
|
martedì 3 marzo 2015
Nessuna casa sicura per il piccolo Armando, bimbo autistico e allergico: la sordità delle istituzioni a Melito PS (Rc)
Pentedattilo, l'area verde a pochi metri dall'alloggio proposto alla famiglia di Armando |
Dovrebbe vivere in un luogo pulito,
lontano da coltivazioni e spazi incolti e in prossimità dei servizi essenziali,
come ospedale e scuola. Invece Armando, bambino autistico di 7 anni, vive con i
suoi genitori, in quel che rimane del campo rom di via del Fortino, a Melito
Porto Salvo.
Nel 2012 l’amministrazione comunale
assegnò alla sua famiglia un alloggio popolare nella frazione di Lacco ma la vegetazione nella zona
circostante causò al bambino una forte allergia che costrinse la famiglia a
ritornare dopo tre mesi nel campo,
ospitata da parenti non ancora assegnatari.
Da allora i genitori di Armando, sostenuti dall’Opera Nomadi Reggio Calabria, chiedono un cambio alloggio per
poter garantire al proprio figlio migliori condizioni di vita.
Unica alternativa finora ipotizzata dai
commissari che oggi amministrano il Comune dopo lo scioglimento, è un alloggio
in località Pentedattilo. Proprio uno degli alloggi acquistati in passato dal
Comune di Melito per favorire, dicono le indagini della magistratura, gli affari
della cosca Iamonte. Un alloggio che la stessa commissione straordinaria nel
dicembre 2014 dichiarò privo di vegetazione e quindi idoneo per il piccolo
Armando.
Ma la realtà purtroppo è un’altra. Solo
a pochi metri dall’alloggio è presente un’area verde incolta che scatenerebbe
le reazioni allergiche di Armando. Pentedattilo inoltre, oltre ad essere una
suggestiva località dell’Aspromonte, è distante dall’unico ospedale nei pressi
di Melito PS ma anche dalla scuola frequentata dal piccolo, in località Pilati.
«Spesso mi chiamano da scuola perché Armando non ha il controllo degli sfinteri
e devo cambiarlo oppure perché non riescono a gestirlo – racconta Antonella, la
mamma- come potrei raggiungerlo? La scuola dista circa 7 chilometri».
La famiglia di Armando vive con meno di
300 euro al mese. La sua pensione di invalidità è l’unico mezzo di
sostentamento, da quando suo padre nel 2011 ha perso il lavoro nella
cooperativa che gestiva il servizio di spazzamento delle strade di Melito, ora
affidato ad altra ditta.
Due volte la settimana, i genitori continuano ad accompagnarlo presso una casa di
cura a Reggio per fare terapia, affinché il loro unico figlio faccia progressi
e, magari un giorno, parlare.
Continuano a sperare in un miglioramento
della sua vita.
«Armando– racconta ancora Antonella - avrebbe bisogno di uscire all’aperto, di
andare in bicicletta».
Semplici attività quotidiane troppo
complicate per lui, perché il campo in
cui vive oggi è una discarica a cielo aperto, tra rifiuti, eternit e residui
edili, abbandonati, nell’indifferenza
delle autorità, da coloro che in quel
campo non devono viverci.
Eppure l’Opera Nomadi da tempo segnala
alloggi popolari nella zona di Melito, disabitati o utilizzati dagli
assegnatari per scopi non idonei. In uno, si dice, che, dopo la morte
dell’assegnataria, viva un gatto.
Difficile capire perché il Comune non
provveda a far rientrare questi alloggi nella propria disponibilità, così come
prontamente paventato ai genitori di Armando per l’alloggio di Lacco.
Davvero tutto troppo complicato, non
solo per il piccolo Armando.
Cristina
Delfino
Giacomo
Marino
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