La luce fioca
della sua cucina, in un tardo pomeriggio all' ex Polveriera di Ciccarello,
richiama il suo sguardo rassegnato, arreso alla miseria che la circonda da
oltre trent' anni.
Grazia (nome di
fantasia, a tutela della privacy), vive in una baracca di pochi metri quadrati
da sempre.
Divide una
stanza da letto, una cucina e una piccola stanza da bagno con le due sorelle e famiglie. In tutto sono in
nove, a condividere quello spazio ristretto, intriso di quell'umidità che sale
acre alle narici.
Grazia ha tre
figli ma solo la più grande vive con lei all' ex Polveriera.
«Gli altri due
non li vedo da più di un mese», racconta stringendo a sè la sua nipotina e
tenendo salda una coperta sulle ginocchia. «Li ha portati via con sè il
padre».
Grazia si è separata dal suo secondo compagno da qualche anno. La
figlia più grande che ha 12 anni è rimasta con lei «Perché è solo mia», spiega.
Non è
felice ma acconsente a non avere gli
altri due bambini con sè. «Da una parte preferisco così, come posso
tenerli qui, in queste condizioni? »
Quando piove, l'
acqua filtra dal tetto e, all' esterno,
un vecchio edificio militare rischia di crollare a ridosso della sua baracca.
Grazia ci prova
ancora a pensare ad una casa diversa in cui abitare ma lo fa ad occhi bassi e a
denti stretti.
«Vorremmo una casa pulita
e un posto sicuro in cui giocare e studiare», dice con un sussulto risoluto sua figlia.
È proprio lei il
suo ultimo guizzo di speranza.