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lunedì 19 novembre 2018

Alloggi popolari: la svolta si fa ancora attendere


Reggio Calabria. Sulla questione alloggi popolari si è ancora in alto mare. 
Dopo quasi due anni, la delibera n.3 di Consiglio Comunale del 10 febbraio 2017 (“Primi provvedimenti per il ripristino delle condizioni di legalità per l’edilizia residenziale pubblica ed efficentamento del settore”) non è stata applicata.

L’azione principale della delibera relativa al turn-over degli alloggi, attraverso la verifica della permanenza dei requisiti degli assegnatari, è stata avviata senza ottenere alcun risultato. Non è stata infatti predisposta, come invece era previsto, la banca dati “dell’intero patrimonio edilizio comunale, con la titolarità degli occupanti, la persistenza dei requisiti, e quanto altro utile ad esercitare un pubblico controllo sulla materia”.

L’azione di verifica dei requisiti degli assegnatari di alloggi erp è prevista dalla legge vigente (legge regionale nr 32/1996), per recuperare gli alloggi necessari per le assegnazioni alle famiglie in stato di bisogno abitativo e quindi per esercitare il necessario potere di controllo sul patrimonio ERP, impedendo tutte le azioni illegali ad oggi esistenti.

Dai quattro incontri tenuti negli ultimi 30 giorni con il nuovo dirigente del settore ERP, Daniele Piccione, è emerso che Recasi, oggi Hermes, dopo circa 660 giorni ( 22 mesi), non ha completato il lavoro di informatizzazione e verifica della permanenza dei requisiti degli assegnatari. I motivi sono oscuri, considerato che questo tipo di operazione informatica doveva richiedere un tempo massimo di 4 mesi, secondo quanto riferito più volte dai rappresentanti istituzionali.

Anche le altre azioni previste dalla Delibera di Consiglio risultano non applicate.

Pertanto il settore alloggi popolari del comune di Reggio Calabria continua ad essere gestito senza l’applicazione della normativa e per questo continua a non garantire, come invece dovrebbe per la sua stessa finalità, il diritto alla casa alle famiglie senza un’abitazione e con gravi difficoltà economiche.

Questa grave inefficienza e illegalità è pagata a caro prezzo da qualche centinaio di famiglie che ha bisogno di una casa: le famiglie vincitrici del bando comunale del 2005, in attesa dell’assegnazione di un alloggio da 13 anni, e quelle in emergenza abitativa.

Essere privati del diritto all’abitare significa avere grosse difficoltà all’accesso ad altri diritti fondamentali.

La politica tracciata da questa Amministrazione comunale nel settore dell’edilizia residenziale pubblica appare chiaramente quella dell’inerzia e della progressiva dismissione del settore.

Auspichiamo che il Comune possa intraprendere altra strada, prima delle prossime elezioni amministrative.

La rete di associazioni, movimenti e famiglie, riunite nell’Osservatorio sul disagio abitativo, riprenderà al più presto l’azione di rivendicazione in piazza. 

Osservatorio sul disagio abitativo
Un Mondo Di Mondi Giacomo Marino - Cristina Delfino
CSOA Angelina Cartella
Società dei Territorialisti/e Onlus
Centro Sociale Nuvola Rossa
Comitato Solidarietà Migranti

Reggio Non Tace

Collettiva AutonoMia

domenica 4 novembre 2018

Melito P.S (Rc): condizioni disumane nella baraccopoli di via Del fortino



Foto di Paula Kajzar

A Melito P.S. circa dieci famiglie vivono da anni in condizioni disumane nei resti della baraccopoli-ghetto di via Del Fortino
Tanti i bambini che vivono nelle baracche fatiscenti, senza alcuna garanzia del diritto all’abitare. 

Le baracche si trovano accanto ad una discarica di rifiuti di varia natura (rifiuti pericolosi, metallici e speciali), collocata intorno e dentro i locali dell’ex Palazzetto dello sport. In questo luogo, dal 2016 sequestrato dalla magistratura, quotidianamente viene conferito illegalmente ogni genere di rifiuto.

I bambini giocano spesso tra l'immondizia, con tutti i rischi annessi, e periodicamente viene dato fuoco ai cumuli, lasciando sprigionare fumi tossici che raggiungono le baracche e le altre abitazioni del quartiere. 

Foto di Paula Kajzar
Accanto alla baraccopoli, nell’edificio dell’ex Mattatoio, abitano altri quattro nuclei familiari (tre con decreto di assegnazione alloggio), in condizioni strutturali lievemente migliori ma che subiscono il degrado del ghetto e della discarica.

Da settimane le baracche sono invase da insetti di ogni tipo, provenienti dai rifiuti accatastati nelle vicinanze. Gli insetti si attaccano ai corpi delle persone, sul tronco e sugli arti, li pungono causando arrossamenti ed infezioni diffuse. I bambini sono quelli maggiormente colpiti, ma pure gli adulti vengono presi sotto attacco.

Il 13 ottobre l’associazione Un Mondo di Mondi ha richiesto via pec al Comune e all’Asp l’intervento di disinfestazione e disinfezione, allegando i certificati medici che riportavano le punture di insetto subite da due minori. L’intervento richiesto è stato effettuato ma non ha eliminato la presenza degli insetti. La grande quantità di rifiuti esistente nelle vicinanze delle baracche non ne consente infatti l’eliminazione. È evidente che, per la loro provenienza, gli insetti potrebbero facilmente diventare veicolo di infezioni ben più gravi di quelle registrate fino ad oggi.

Per questa grave emergenza igienico-sanitaria ed abitativa legata al superamento definitivo del ghetto, si chiede che il Comune intervenga, nei prossimi giorni, assegnando alle famiglie della baraccopoli gli alloggi in equa dislocazione come emergenza abitativa prevista dall’articolo 31 della legge regionale 32/1996. Ma sono da evitare, assolutamente, soluzioni di concentramento abitativo di più nuclei nello stesso fabbricato, come quella attuata qualche anno fa in via Mazzini con esiti molto negativi. L’equa dislocazione abitativa dovrà garantire il coinvolgimento delle stesse famiglie e l’assegnazione di alloggi adeguati per l’inclusione sociale.
Foto di Paula Kajzar

È indispensabile inoltre proseguire con l’opera di bonifica dell’area, rimuovendo i rifiuti e predisponendo un efficiente servizio di video-sorveglianza.

Si ricorda che il sindaco Meduri, nell’incontro tenutosi il 19 luglio scorso, aveva assicurato di che in pochi mesi avrebbe assegnato a queste famiglie alloggi confiscati in equa dislocazione, in modo da superare il ghetto entro l’anno in corso.

La situazione di grave emergenza igienico-sanitaria non consente di attendere oltre. Il Comune ha il dovere di intervenire in modo celere ed efficace. 

A. Giacomo Marino, Cristina Delfino – Direttivo Un Mondo Di Mondi

sabato 20 ottobre 2018

Scuola, una circolare "etnica" per far rispettare l'orario scolastico ai bambini

Non può che destare preoccupazione la circolare diffusa da una dirigente scolastica di un Istituto comprensivo della zona sud della città. La circolare, rimossa dal sito dell’IC dopo le rimostranze di alcuni genitori, invitava al rispetto dell’orario scolastico per gli alunni di orientamento culturale rom. 
Un approccio discriminatorio, in considerazione del fatto che una circolare non può essere rivolta ad uno specifico gruppo culturale. In questo modo infatti, si etnicizza un comportamento attribuendo solo ad uno specifico gruppo di alunni la possibilità negativa di ritardi alle lezioni e la conseguente sanzione specifica. Il rispetto dell’orario scolastico non vale forse per tutti gli alunni, indipendentemente dall’appartenenza etnica, dalla nazionalità o dal genere?

Alcune famiglie reggine di orientamento culturale rom, nel leggere la circolare su base “etnica” affissa nei locali dell’Istituto comprensivo, si sono sentite offese. Percependo l’azione come discriminatoria, hanno espresso la loro indignazione alla dirigente per la scelta infelice della scuola. 

In seguito a queste proteste, la dirigente ha rimosso la circolare dalle bacheche e dal sito web dell’Istituto. Ma il danno era stato già fatto.

Non è rassicurante apprendere che un istituto scolastico possa affrontare questioni inerenti il rispetto del regole, cadendo nella trappola dell’approccio etnico, generando conflitti e peggiorando situazioni specifiche di incomprensione.

Una delle cause principali della dispersione scolastica che riguarda una parte degli alunni di orientamento culturale rom ma non solo, risiede proprio nelle scelte negative della scuola, tra queste anche quella degli orientamenti etnici.

Proprio i trattamenti differenziali su base etnica causano nella vita delle persone molteplici situazioni di emarginazione e discriminazione alle quali l’istituzione scolastica dovrebbe porre rimedio con efficacia, senza mai assecondarle.

Giacomo Marino - Cristina Delfino – Donato Bevilacqua
Alessandro Berlingeri 

giovedì 11 ottobre 2018

Sfratti zero, protesta a Palazzo San Giorgio per il diritto all'abitare



Protesta per il diritto alla casa, Piazza Italia (Reggio Calabria). Stamattina le associazioni, i movimenti e le singole persone, riuniti nell'Osservatorio sul disagio abitativo, hanno rivendicato tempi celeri e procedure trasparenti nella gestione degli alloggi popolari. Ottenuto incontro per i prossimi giorni con il dirigente di settore D. Piccione. 
La presenza di tour operator tedeschi in concomitanza casuale alla protesta ha creato malumori nel Palazzo. 
Le rivendicazioni sociali nuocciono alla città e al turismo? Non crediamo.

Comunicato

Per il prossimo 11 ottobre, in occasione della giornata nazionale Sfratti Zero, associazioni e movimenti, riuniti nell’Osservatorio sul disagio abitativo, famiglie e singoli cittadini saranno ancora una volta in Piazza Italia per rivendicare la realizzazione, in tempi certi, di azioni efficaci per una politica strutturale degli alloggi popolari. In particolare si chiederà conto dell’ applicazione della normativa di settore, fino ad oggi in gran parte disattesa. 


La decisione del Consiglio Comunale di recuperare alloggi per le assegnazioni attraverso il turn-over risale al 10 febbraio 2017, pertanto la prima richiesta è che entro fine ottobre siano disponibili i primi 50 alloggi da assegnare per i vincitori del bando 2005, per le emergenze abitative e per i cambi alloggio. Nei mesi successivi il Comune dovrà rendere disponibili all’assegnazione gli altri alloggi recuperati con il turn-over, ma anche i beni confiscati. 

Per consentire la legalizzazione del settore, le azioni (verifiche e decadenze), previste dalla normativa vigente per il turn-over, dovranno essere organizzate come attività di sistema del settore. Soltanto così il Comune, esercitando il suo potere di controllo sul patrimonio degli alloggi popolari,potrà, in tempo reale, riprendere nella propria disponibilità tutti gli alloggi non più abitati per assegnarli alle famiglie in condizioni di bisogno abitativo. Tra le azioni necessarie per rendere strutturale il turn-over, la pubblicazione dei dati degli alloggi erp sul sito web del Comune. 

Si chiede inoltre che i Consiglieri comunali ripristinino, con delibera di Consiglio, il finanziamento di 11 milioni di euro del Decreto Reggio, destinato all’acquisto di nuovi alloggi popolari ma successivamente stornato per altri interventi con la delibera nr 70 del 31 ottobre 2016 della massima Assemblea. Questa scelta garantirebbe l’alloggio a circa 160 famiglie, di fatto negato con la decisione di due anni fa. 

Per i casi di grave emergenza abitativa, il Comune dovrà provvedere ad assegnare tempestivamente gli alloggi alle famiglie in situazioni di sfratto per morosità incolpevole, di violenza domestica e di crollo dell’abitazione. In particolare si chiede l’assegnazione degli alloggi per due famiglie che subiranno lo sfratto esecutivo per morosità incolpevole il 22 ed il 29 ottobre . 

Per garantire la trasparenza nelle assegnazioni di emergenza abitativa, per cui è stato approvato nel mese di gennaio un regolamento comunale mai applicato, si richiede la modifica, con l’adozione di una procedura informatica per una valutazione celere e trasparente delle istanze e la redazione della relativa graduatoria. 

Altra questione non trascurabile è quella dei cambi alloggio, previsti dalla normativa vigente. Soprattutto per i casi di particolare gravità, il Comune dovrà provvedere ad applicare in tempi brevi il programma di mobilità previsto dalla legge regionale 32/1996 al Titolo V - artt. 42,43,44,45, costituendo con l’Aterp la relativa Commissione che dovrà redigere apposita graduatoria delle istanze e prevedendo la quota di alloggi destinati a tal fine. Nelle more dell’applicazione dei suddetti articoli della legge regionale, il Comune dovrà provvedere a garantire il cambio alloggio per i casi di maggiore urgenza. A tal proposito si chiede il cambio dell’alloggio per due casi particolarmente urgenti. 

Altra questione vitale per il settore alloggi popolari è quella della manutenzione. Una buona parte degli alloggi versano in condizioni strutturali pessime ma il Comune non realizza le necessarie attività manutentive nonostante abbia i fondi che provengono dai canoni mensili e dalle vendite. 

Il Comune dovrà quindi recuperare dal bilancio la voce di 1,3 milioni di euro, destinata alla manutenzione degli alloggi per l’anno 2017 e non impegnata; dovrà provvedere ad effettuare gli interventi di manutenzione per l’anno in corso, utilizzando l’intero importo previsto di 800.000 euro e dovrà impegnare anche i ricavi ottenuti dalla vendite degli alloggi effettuati negli ultimi anni . 

Per quanto riguarda il progetto di equa dislocazione delle famiglie del ghetto dell’ex Polveriera, unico intervento abitativo positivo avviato dal Comune negli ultimi mesi, si chiede il completamento dell’operazione, con l’assegnazione degli alloggi ai 16 nuclei familiari ancora residenti nella baraccopoli. 

La protesta da parte di associazioni, movimenti e cittadini non si concluderà con il presidio dell’11 ottobre ma continuerà finchè l’Amministrazione comunale non attuerà le azioni richieste a garanzia del diritto alla casa. 

Osservatorio sul disagio abitativo 
Un Mondo Di Mondi Giacomo Marino -Cristina Delfino 
CSOA Angelina Cartella 
Società dei Territorialisti/e Onlus 
Centro Sociale Nuvola Rossa 
Comitato Solidarietà Migranti 

Reggio Non Tace 

Collettiva AutonoMia 






mercoledì 19 settembre 2018

LA CIRCOLARE SALVINI OSTACOLA IL DIRITTO ALLA CASA

Si combatta la povertà e il sistema illegale degli alloggi popolari 


La circolare del Ministero dell’Interno “sull’occupazione arbitraria degli immobili” è un calcio ai principi costituzionali e internazionali che tutelano la dignità umana, oltre che una potenziale bomba sociale. 

Ma l’illegalità più imperdonabile è lasciare migliaia di persone senza diritti essenziali, quale è il diritto alla casa. 


Si apprende che anche a Reggio Calabria le direttive del Ministro Salvini potrebbero avere esecuzione e poco rassicurano le recenti critiche alla circolare da parte del sindaco Falcomatà.



In città infatti ci sono già stati casi di sgombero, precedenti all’emanazione della circolare, di famiglie in condizioni di fragilità economica e sociale, per le quali l’ unica soluzione prevista è stata la sistemazione in strutture di accoglienza per i minori e le madri, senza prendere in alcuna considerazione lo smembramento del nucleo familiare. Casi passati quasi sotto silenzio, ma che se replicati in massa, secondo la dimensione del fenomeno, avrebbero l’aspetto di un vero e proprio disastro sociale.


Eppure è da anni che in città viene affrontato il tema dell’illegalità nel settore dell’edilizia residenziale pubblica. La rete di realtà associative riunita nell’Osservatorio sul disagio abitativo continua a denunciare il sistema consolidato che non garantisce il diritto alla casa alle persone in condizioni di disagio economico, ma favorisce e alimenta l’inutilizzo o l’uso improprio e illegale degli alloggi popolari da parte di assegnatari ormai privi di requisiti e, secondo recenti indagini, della criminalità organizzata. 

La rete di associazioni e movimenti ha chiesto a gran voce negli ultimi anni al Comune di Reggio Calabria la legalizzazione della gestione degli alloggi popolari a partire da un’efficace e trasparente azione di controllo fatta di necessarie verifiche e decadenze di assegnatari senza titolo, come previsto dalla normativa vigente. 

È stata proposta la messa a punto di una procedura informatica per ottimizzare e velocizzare quest’azione di controllo. Ed invece, nonostante le prescrizioni della normativa di settore e la delibera n° 3 di Consiglio comunale del 10 febbraio 2017, a tutt’oggi queste azioni sono state solo avviate ma neanche parzialmente portata a compimento. 

Non si può che biasimare inoltre la decisione dell’Amministrazione Comunale che nel 2016 ha decretato l’utilizzo per altri interventi di quegli 11 milioni di euro già precedentemente finalizzati a garantire l’alloggio a tante famiglie in stato di bisogno. In città infatti sono migliaia i cittadini in graduatoria per l’ultimo bando sugli alloggi popolari, la cui graduatoria definitiva risale all’anno 2012. 

Si assiste inoltre con più frequenza agli sfratti per morosità di persone impossibilitate a far fronte al pagamento degli affitti e quindi catapultati in una situazione di emergenza abitativa. 

È di questi fenomeni che il ministro Salvini e le prefetture dovrebbero preoccuparsi, anziché penalizzare le persone che, in assenza di alternative concrete, hanno occupato un immobile per tutelare la propria vita e quella dei propri familiari. 

Non è trascurabile poi, sul tema delle occupazioni, che in città sono decine, se non centinaia, le richieste di regolarizzazione delle condizioni locative negli alloggi popolari di persone aventi i requisiti previsti dalla legge regionale nr 8 del 1995 (Norme per la regolarizzazione delle occupazioni senza titolo degli alloggi di edilizia residenziale pubblica). Ma, ancora una volta, è la macchina burocratica e la mancanza di volontà politica nel corretto governo del settore a costringere le persone in una situazione di illegalità formale, impedendo una regolarizzazione nel pieno rispetto della legge e un beneficio per le condizioni esistenziali delle persone, oltre quello economico per il Comune. 

La circolare Salvini appare inoltre grottesca e paradossale se si pensa che le case vuote o inutilizzate in città sono oltre 60.000, in regione 450.000, in Italia 7,5 milioni. Manca infatti la capacità di acquisire almeno parti di questo patrimonio ad uso sociale e si alimenta invece questo enorme spreco e sfascio economico e sociale pensando di svuotare altre migliaia di vani, oggi utili per rispondere almeno in minima parte al grave disagio abitativo.

Ben vengano invece i censimenti e le verifiche che mirino a fare chiarezza sul fenomeno del disagio abitativo per porvi soluzioni che tutelino la dignità umana e facciano luce sul sistema illegale, se non criminale, dell’utilizzo degli alloggi popolari. 

Sono queste le azioni fondamentali per evitare il fenomeno delle occupazioni e l’uso illegale del patrimonio edilizio. 

Osservatorio sul disagio abitativo
Un Mondo Di Mondi -   Giacomo Marino, Cristina Delfino
CSOA Angelina Cartella
Società dei Territorialisti/e Onlus
Centro Sociale Nuvola Rossa
Comitato Solidarietà Migranti

Reggio Non Tace

Collettiva AutonoMia

sabato 1 settembre 2018

Alloggi popolari, le dichiarazioni del consigliere delegato Minniti gettano fumo negli occhi


In merito alle dichiarazioni del delegato Minniti nei confronti della persona di Giacomo Marino e dell’associazione Un Mondo Di Mondi, l’Osservatorio sul disagio abitativo rigetta nel metodo e nel merito tali accuse strumentalmente personali, volte a creare divisioni e a delegittimare la sua figura e l’attività dell’associazione di cui è presidente.

Per quanto concerne il metodo, è il coordinamento delle nostre realtà associative a decidere chi sia l’interlocutore con l’amministrazione comunale e non certo quest’ultima. La nostra rete di associazioni e movimenti persegue la finalità di rendere esigibile il diritto fondamentale alla casa per le famiglie in stato di bisogno. Lo fa con un’azione collettiva nella quale vengono coinvolte direttamente e consapevolmente famiglie e persone che hanno diritto ad una casa. Questo coinvolgimento attivo garantisce l’energia che dal basso spinge al cambiamento e quindi al superamento del “sistema” che, da anni, governa il settore. 

Dal punto di vista del merito, aspettiamo ancora le risposte alle numerose questioni poste e rispetto alle quali l’amministrazione ed il delegato Minniti in persona hanno preso pubblicamente impegni a tutt'oggi non ancora mantenuti. Siamo consapevoli che il problema alloggi popolari sia una patata bollente a causa di una annosa gestione caratterizzata da gravi omissioni nel settore che, per quanto emerso sin dalla relazione dei commissari e poi individuato da varie inchieste giornalistiche, appare un coacervo di interessi personali e collusioni varie. Ciò che noi registriamo è che le richieste di applicazione del turn-over e di procedure trasparenti nei criteri e nelle assegnazioni è stata fino ad oggi sistematicamente ostacolata e rimandata sine die, mantenendo un sistema, ripetiamo, mal organizzato ed inefficiente che porta a situazioni paradossali dove si garantisce chi non ha diritto e non chi ha veramente bisogno.

Cosa che ci sembra sia successa anche nel caso dello sgombero in questione, dove le denunciate inadempienze finiscono col favorire privati non aventi né diritti né bisogni.

È ben strano che dirigenti di lunga appartenenza al settore non sappiano o non vedano quel che succede. E che nel mare magnum dell’illegalità diffusa, a causa della mancanza di controlli e di corretta applicazione delle leggi vigenti, non trovino di meglio che attaccare, anche personalmente, i portavoce di quelle associazioni che queste inadempienze sottolineano nell’interesse collettivo.

Se non si sa o non si vede, c’è un problema di capacità professionale per sopperire alla quale non ci si può trincerare dietro muri di gomma e risposte mai evase.


Osservatorio sul disagio abitativo
Un Mondo Di Mondi
CSOA Angelina Cartella
Centro Sociale Nuvola Rossa
Comitato Solidarietà Migranti 
Società dei Territorialisti/e Onlus

Reggio Non Tace

Collettiva AutonoMia

venerdì 10 agosto 2018

Alloggi popolari, il Comune temporeggia ancora


Un verbale con date certe sulle operazioni di verifica e decadenza delle assegnazioni senza titolo di alloggi popolari: si è conclusa così ieri la protesta per il diritto alla casa, indetta da associazioni, movimenti e famiglie riunite nell’Osservatorio sul disagio abitativo.
La giornata di ieri si è aperta con una buona notizia per la famiglia Manduca, il cui sfratto è previsto per il 14 settembre prossimo. Il Comune infatti ha proposto l'assegnazione di un alloggio, ai sensi dell'art. 31 della legge reg. 32/96. 

Sulla questione generale degli alloggi popolari, le associazioni e le famiglie hanno incontrato il consigliere delegato G. Minniti. Dopo aver appreso che le procedure sul riordino del sistema di assegnazione e verifica sono ancora ferme alla situazione descritta nell’incontro del mese di giugno, le associazioni hanno chiesto con forza date certe per il prosieguo delle operazioni di verifica e decadenza delle assegnazioni. È stato quindi redatto un verbale alla presenza della responsabile dello Staff del Sindaco, avv.ssa E. Albanese, con il quale il Comune si impegna a rispettare una precisa tempistica per portare a compimento le prime azioni relative alle decadenze delle assegnazioni per perdita di requisiti. Passaggi necessari per recuperare gli alloggi da assegnare ai vincitori del bando 2005 e per i casi di emergenza abitativa. 

Nel verbale sono state fissate due date ed i relativi interventi: tra il 27 e il 28 agosto la società Hermes dovrà completare le ultime due operazioni delle verifiche sulla permanenza dei requisiti; entro il 10 settembre l’Amministrazione comunale dovrà provvedere ad avviare le procedure di decadenza previste dalla normativa regionale.

Si è discusso anche della necessità di rivedere la decisione assunta nel 2016 dall’Amministrazione (Delibere Giunta nr 98 e 99 del 18 maggio 2016 - Delibera Consiglio Comunale nr 70 del 31 ottobre 2016) con la quale 11 milioni di euro del Decreto Reggio, finalizzati a nuovi alloggi popolari, sono stati destinati ad altre opere pubbliche. Con rammarico le Associazioni hanno appreso che di questa decisione il consigliere delegato Minniti non era a conoscenza, nonostante sia il responsabile del settore, in assenza di un assessore. Le associazioni comunque hanno pressato, affinché il finanziamento venga nuovamente destinato per l’acquisto di nuovi alloggi da assegnare alle famiglie aventi diritto. Il consigliere delegato Minniti, dal canto suo, si è impegnato a chiedere al responsabile comunale del Decreto Reggio, se gli 11 milioni siano stati già impegnati e verificherà la possibilità di rivedere la decisione destinando nuovamente il finanziamento all’acquisto di nuovi alloggi.

E’ stata sollecitata infine la costituzione della task force con la Prefettura, indispensabile per continuare velocemente tutte le azioni del turn-over. Le Associazioni ed i Movimenti sarebbero disponibili a sostenere la richiesta del Comune di fronte al Prefetto. 

Sul rispetto dei tempi e degli impegni assunti, la rete di associazioni, movimenti e persone vigilerà a partire dalla prima scadenza di agosto. 

Se quanto stabilito non verrà portato a compimento entro i tempi stabiliti, l'azione di protesta per il diritto alla casa continuerà ad oltranza.


Osservatorio sul disagio abitativo
Un Mondo Di Mondi Giacomo Marino - Cristina Delfino

CSOA Angelina Cartella

Società dei Territorialisti/e Onlus

Centro Sociale Nuvola Rossa

Comitato Solidarietà Migranti

Reggio Non Tace

Collettiva AutonoMia