pub-6178281982904860 Un mondo di mondi: Alloggi popolari: l'ombra di una "guerra tra poveri" pesa sugli sgomberi annunciati

sabato 3 giugno 2017

Alloggi popolari: l'ombra di una "guerra tra poveri" pesa sugli sgomberi annunciati


Mercoledì scorso il confronto pubblico tra associazioni, cittadini e rappresentanti istituzionali sulla questione alloggi popolari. 
Positivi passi in avanti ma anche forte preoccupazione per la sorte delle famiglie che hanno già ricevuto un ordine di sgombero 

Foto di M. Costantino 
Buone notizie ma anche molte perplessità dopo il confronto pubblico di mercoledì scorso sulla questione alloggi popolari tra l’assessora alle politiche della casa Angela Marcianò, il dirigente al patrimonio edilizio Marcello Romano, il presidente del Consiglio comunale Demetrio Delfino e le associazioni Un mondo di mondi, Reggio non tace, Ancadic, Osservatorio sul disagio abitativo e cittadini.

Senza dubbio positiva la disponibilità dei rappresentanti istituzionali ad accogliere l’invito, lanciato dalle associazioni, a dare risposte alla città sull'applicazione della delibera di Consiglio Comunale n.3 del 10 febbraio 2017 in tema di edilizia residenziale pubblica.

Qualcosa si è smosso e a breve si conoscerà nel dettaglio il regolamento per le assegnazioni in deroga previste dall’art.31 della legge regionale 32/96 relativo ai casi di emergenza abitativa, già elaborato e in attesa di essere discusso in Giunta.

Prosegue anche il lavoro presso l’assessorato degli informatici della Re.ca.si che, da quanto riferito dall'Assessora, entro la prima decade di luglio dovrebbero ultimare il lavoro di verifica dei requisiti degli attuali assegnatari di alloggi comunali.

Destano preoccupazione invece le notizie trapelate circa la programmazione dei primi sgomberi forzati dagli alloggi popolari di 18 occupanti senza titolo. Un’azione che ha l’aspetto di una vera e propria «guerra fra poveri», come l’ha definita lo stesso dirigente al patrimonio edilizio. 

Le gravi condizioni di indigenza, l’indisponibilità di una casa e la negazione dell’assegnazione di un alloggio da parte del Comune sono i motivi per cui molte famiglie hanno occupato gli alloggi senza titolo o hanno costruito una baracca su suolo demaniale violando la legge al solo scopo di proteggere i propri cari. Per questi casi la giurisprudenza spesso si è espressa giustificando queste azioni come atti necessari di difesa dal pericolo derivante dall’impossibilità di accedere ad una abitazione. 

Foto di M. Costantino 
Sorge spontaneo domandarsi come l’intera Amministrazione comunale intenda muoversi nei confronti di queste famiglie, soprattutto in caso di presenza di minori, diversamente abili, anziani. È questo un effetto collaterale di una parte della delibera sulla quale l’associazione Un mondo di mondi aveva più volte espresso le proprie perplessità in merito, volte alla tutela della dignità umana secondo quanto sancito dall’articolo 2 della nostra Costituzione. 

Perplessità accentuata dalla dubbia applicazione dei punti 10, 11 e 12 della delibera di CC, che prevedono misure per tutelare il diritto all’abitare anche per le famiglie a basso reddito che hanno ricevuto o riceveranno l’ordine di sgombero. Se queste azioni non saranno attivate, il risultato sarà ancora una volta punitivo per le famiglie più povere, alle quali il settore di edilizia residenziale pubblica dovrebbe rivolgersi.

Da verificare con i settori competenti anche la possibilità di destinare beni confiscati ad alloggi popolari, aspetto della delibera rimasto ancora lettera morta.

È da auspicare che nell’applicazione della delibera prevalga il buon senso, puntando a punire chi lucra approfittandosi del bisogno altrui e non invece coloro che già subiscono una condizione di precarietà esistenziale.

Sarebbe necessario che l’Assessorato continui le verifiche con gli informatici della Re.ca.si non solo sugli alloggi comunali ma anche sugli alloggi Aterp come previsto dalla legge regionale nr 32/1996 all’articolo 12. Fino ad oggi infatti è emerso che le verifiche siano state condotte solo sul patrimonio del Comune, secondo un'interpretazione parziale della legge.

Non procedere anche sugli alloggi Aterp costituisce un forte ostacolo per il percorso di legalizzazione che punta a ripristinare il turn-over previsto dalla normativa vigente. Il patrimonio Aterp costituisce ben il 48% dell’intero patrimonio erp della città (3800 alloggi su complessivi 7800).

Ben vengano dunque le verifiche sugli assegnatari e il censimento delle situazioni alloggiative: ma che non sia una guerra tra disperati.


Cristina Delfino- Giacomo Marino - Direttivo Un Mondo Di Mondi

Avv.to Nicola Santostefano per il Movimento Reggio Non Tace

Osservatorio sul Disagio Abitativo

Avv.to Francesco Nucara – presidente Associazione ANCADIC




Comunicato stampa del 31 maggio 2017

Nessun alloggio popolare assegnato. È questo il bilancio a centodieci giorni dall'approvazione in Consiglio comunale della delibera (nr 3 del 10 febbraio 2017) sul ripristino delle condizioni di legalità degli alloggi Erp.

Nonostante le aspettative e qualche passo in avanti, il settore degli alloggi popolari resta ancora bloccato. Non si placa invece il disagio abitativo che continua ad affliggere le famiglie reggine. 

Nei prossimi giorni altri nuclei familiari si ritroveranno senza una casa e, se non ci saranno novità, dovranno vivere con i propri figli per strada o nell’abitacolo di un’autovettura.

Una realtà inaccettabile, ancor di più in una città come Reggio dove i vani realizzati superano gli abitanti di oltre 40 mila unità e ben 3 mila edifici risultano completamente inutilizzati (dati Osservatorio sul disagio abitativo – Prof. A. Ziparo).

A queste famiglie saranno date risposte concrete o dovranno ancora attendere? E quanto durerà ancora la negazione del loro diritto fondamentale alla casa?

Centodieci giorni sono un'eternità per chi è senza una casa o rischia di perderla.

Centodieci giorni sono un tempo sufficiente per raggiungere qualche risultato, per dare delle risposte alle famiglie che si trovano in situazioni di estremo disagio abitativo. 

Dopo quasi quattro mesi, invece, siamo qui a chiederci quale sia l'esito delle verifiche che l’assessorato alle politiche della casa doveva condurre con tre informatici della società Recasi. Quali risultati sono stati raggiunti fino ad oggi? 

Certo è che il tempo scorre, ed è un tempo preziosissimo per chi è senza alloggio, come è facile intuire a chiunque. A partire dal 28 febbraio scorso, l’associazione Un Mondo di Mondi, per collaborare nelle azioni di verifica, ha trasmesso via pec all’assessora A. Marcianò ed al dirigente M. Romano l’elenco di 75 alloggi popolari che risultano non abitati. Fino ad oggiperò non si è avuto alcun riscontro in merito.

Secondo il testo della delibera, la Consigliera delegata ai beni confiscati, l’Assessora alle politiche della casa ed il Dirigente del servizio Erp avrebbero dovuto verificare quante abitazioni confiscate potessero essere destinate ad alloggi popolari. Perché neppure questa importantissima verifica è stata effettuata? 

Perché invece si preferisce assegnare gli alloggi confiscati alle associazioni o impegnarli per progetti di housing sociale, quando centinaia di famiglie da gennaio 2012 hanno vinto un bando comunale e attendono l’assegnazione di alloggi popolari? 

Anche l'atteso regolamento dell’articolo 31 della l.r. 32/1996, previsto dalla delibera per consentire le assegnazioni in deroga in modo trasparente, non è stato ancora presentato in Consiglio comunale.

La delibera prevedeva anche che il Sindaco provvedesse a proporre al Consiglio Regionale l’abrogazione del comma 7 bis dell’articolo 59/ter della legge regionale nr 32/1996 che sottrae le risorse delle alienazioni al settore della politica degli alloggi popolari. Non risulta, ad oggi, che il Primo cittadino lo abbia fatto.

Ci chiediamo inoltre: quando si provvederà ad invitare la Giunta regionale ad approvare il piano di interventi previsto dall’articolo 3 bis della legge regionale nr 8 del 1995?

Per ora l'unica azione portata a termine è quella dell’inserimento nel bilancio di previsione della somma necessaria per le manutenzioni degli alloggi popolari derivante dalle entrate dei canoni degli stessi alloggi. Nel bilancio di previsione triennale (2017-2019) è stata prevista la somma complessiva di 2,8 milioni di euro per tre anni e 1,3 milioni per l’anno in corso.

Auspichiamo che l’Assessorato alle politiche della casa renda pubblici i tempi per l’utilizzo delle somme, i criteri ed il piano che saranno applicati per la ristrutturazione degli alloggi comunali.

Nelle prossime settimane alcune famiglie si troveranno senza un tetto, crediamo quindi sia doveroso che l’Amministrazione Comunale si faccia carico del disagio di queste persone, trovando delle soluzioni abitative. Per queste situazioni di emergenza si potrebbe considerare la possibilità di assegnare alloggi che necessitano di essere ristrutturati, ma che garantiscono una sufficiente abitabilità, come pure l’affitto di alloggi privati, utilizzando il finanziamento di 1,3 milioni di euro destinato al settore erp. 

Ex Polveriera di Ciccarello (Rc), foto di M. Costantino 
Rimane aperta anche la questione ex Polveriera. Si è appreso in questi giorni dell'avvio di un intervento di bonifica, ma nulla trapela sulla sorte delle famiglie che dal 1960 sono ghettizzate nella baraccopoli.

Non è trascurabile inoltre la necessità di assegnare alle famiglie che hanno diritto degli alloggi in condizioni di inclusione sociale, a garanzia del diritto fondamentale ad un alloggio adeguato. Ulteriori assegnazioni nei ghetti di case popolari rappresenterebbero un grave errore dalle conseguenze prevedibili.

Dopo centodieci giorni di aspettative, fiducia e speranza, urgono risposte.

Cristina Delfino- Giacomo Marino - Direttivo Un Mondo Di Mondi

Avv.to Nicola Santostefano per il Movimento Reggio Non Tace

Osservatorio sul Disagio Abitativo

Avv.to Francesco Nucara – presidente Associazione ANCADIC




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